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Real belvedere di San Leucio

by jp4aati9

Voluto da Carlo di Borbone re di Napoli e Sicilia (successivamente re di Spagna con il nome di Carlo III), è un complesso monumentale considerato, insieme al Palazzo Reale di Caserta ed all’Acquedotto del Vanvitelli, Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Tutto nacque dal desiderio di Re Ferdinando di dar vita ad una comunità autonoma (nota come ‘Ferdinandopoli‘) ed oggi, questa sua utopia, consente di ammirare il Belvedere di San Leucio, gli appartamenti reali, il giardino all’italiana e il Museo della Seta, con i macchinari dell’epoca con cui si tesseva la seta che divenne famosa in tutto il mondo, dalla Casa Bianca, al Quirinale, a Buckingham Palace.

Il re Carlo di Borbone, consigliato dal ministro Bernardo Tanucci, decise di formare i giovani della zona mandandoli in Francia ad apprendere l’arte della tessitura, per poi farli tornare per lavorare negli stabilimenti reali.

Nel 1778 venne così costituita, su progetto dell’architetto Francesco Collecini, una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, con un proprio statuto del 1789 che stabiliva leggi e regole valide esclusivamente per questa comunità.

I benefici riservati ai lavoratori delle seterie di San Leucio incentivarono a trasferirsi qui anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi.

Ma quello che avvenne a San Leucio fu un vero e proprio esperimento sociale che, all’epoca, non aveva eguali nel mondo come modello di giustizia e di equità sociale.

A ciascun lavoratore veniva infatti assegnata una casa all’interno della colonia, veniva garantita la formazione gratuita anche per i familiari la formazione gratuita (qui nacque infatti la prima scuola dell’obbligo d’Italia femminile e maschile che includeva discipline professionali), con ore di lavoro ridotte rispetto al resto d’Europa (11 invece di 14).

Le abitazioni, dotate tutte di acqua corrente e servizi igienici, furono progettate e realizzate secondo le regole urbanistiche dell’epoca, per far sì che durassero nel tempo. Le donne ricevevano una dote dal re per sposare un appartenente della colonia e, a disposizione di tutti, era presente una sorta di cassa comune “di carità”, in cui ognuno versava una parte dei propri guadagni.

La colonia era basata su un sistema meritocratico, senza alcuna differenza tra gli individui qualunque fosse il lavoro svolto e con parità tra uomo e donna. Era abolita la proprietà privata, garantita l’assistenza agli anziani e agli infermi.

Il re Ferdinando IV di Napoli progettò di allargare la colonia, sia per le nuove esigenze industriali dovute all’introduzione della trattura della seta e della manifattura dei veli ma anche per realizzare la nuova città da chiamare Ferdinandopoli.

Basata su una pianta completamente circolare con un sistema stradale radiale ed una piazza al centro per farne anche una sede reale, non riuscì in questo suo intento ma, nei quartieri annessi al Belvedere, mise in atto un codice di leggi sociali particolarmente avanzate per l’epoca, ispirate all’insegnamento di Gaetano Filangieri e trasformate poi da Bernardo Tanucci in leggi.

Complesso Monumentale di San Leucio

Re Ferdinando IV organizzava spesso a San Leucio battute di caccia e feste condivise con la stessa popolazione della colonia.

Lo stesso Ferdinando IV firmò nel 1789 un’opera esemplare che conteneva i principi fondanti della nuova comunità di San Leucio: Origine della popolazione di S. Leucio e suoi progressi fino al giorno d’oggi colle leggi corrispondenti al buon governo di essa di Ferdinando IV Re delle Sicilie.

Il progetto fu poi interrotto a causa della rivoluzione del 1799, della discesa di Napoleone Buonaparte in Italia e della nascita della Repubblica Partenopea ma, durante il governo francese di Gioacchino Murat (dal 1808 al 1815), San Leucio ebbe comunque un ulteriore sviluppo industriale.

In seguito alla Restaurazione, il progetto di costruire la nuova città “Ferdinandopoli” fu accantonato, anche se alcuni edifici e industrie continuarono ad essere ampliate.

Infine, con l’unità d’Italia, l’intero complesso venne inglobato nel demanio statale.

Oggi è rimasta la tradizione legata all’arte della seta, con produzioni artigianali e di qualità.

E’ possibile oggi visitare il complesso di San Leucio, con gli appartamenti storici, il museo e i giardini. In particolare nel periodo estivo, vengono organizzati eventi e spettacoli di vario tipo.

Per informazioni, prenotazioni e prezzi del biglietto d’ingresso:

http://www.sanleucio.it/sanleucio/tariffe-orari-di-visita/

Tel. (0039)0823301817 – (0039)0823273151

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