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Il bradisismo e il ‘movimento lento’ del suolo nei Campi Flegrei e a Pozzuoli (Napoli)

by jp4aati9

I Campi flegrei (dal greco flègo, che significa “brucio“, “ardo“) sono una vasta area situata nel golfo di Pozzuoli (a Ovest di Napoli, su un promontorio tufaceo).

L’area è soggetta al bradisismo (movimento lento del suolo; dal greco βραδύς “lento”, e σεισμός “movimento”) che avviene con modalità diverse nel tempo, portando sia al sollevamento che alla subsidenza dell’area interessata.
Il fenomeno è noto anche in altre aree vulcaniche nel mondo.

Il bradisismo a partire dal IV sec. d.C.

L’andamento del bradisismo nei Campi Flegrei, a partire dal IV sec. d.C. nel corso dei secoli e fino ai tempi moderni, è stato ricostruito grazie alle osservazioni fatte sulle rovine del Serapeo, un monumento situato a pochi metri dal porto di Pozzuoli.

Erroneamente considerato come un tempio dedicato al dio egizio Serapide, era in realtà un mercato in epoca romana dal I al II secolo d.C..

Sulle tre colonne ancora erette sono presenti, a varie altezze, fori di litodomi che sono indice del livello marino nel passato.
Le tre colonne, alte da 9 a 11 m., fino a m. 3,60 dalla base hanno una superficie liscia; da 3,60 a 6,30 invece la superficie è fittamente bucherellata da litodomi, le cui conchiglie si vedono ancora annidate nel marmo; da 6,30 in su la superficie è di nuovo liscia.

Le colonne dunque, dopo la costruzione eseguita fuori dal mare, subirono un notevole abbassamento, che gli studî del monumento riferiscono al Medioevo, fino a m. 6,30 sotto il mare; in seguito risalirono anche alquanto più in alto della loro posizione attuale.

La zona liscia inferiore non venne forata dai litodomi perché protetta da ceneri vulcaniche che avevano coperto in parte la costruzione. Numerose prove raccolte da Gunther (1903) mostrano che la costa tra Capo Miseno, Napoli e Sorrento e le isole del golfo furono in tempi storici soggette a notevoli oscillazioni di livello.

Grazie alla datazione di tali fori è stato possibile ricostruire le oscillazioni del livello del mare dovute al sollevamento o abbassamento del suolo a Pozzuoli nel tempo.

Oggi le nuove tecnologie permettono di valutare in tempo reale le variazioni del suolo e quindi monitorare il fenomeno del bradisismo flegreo.


In epoca moderna

Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso nell’area flegrea, e nell’’abitato di Pozzuoli in particolare, si è verificato un improvviso sollevamento del suolo che l’ha portato ad un livello complessivamente più alto di circa 3.5 m. causando numerosi terremoti, con gravi danni agli edifici.

In seguito, per circa vent’anni, la caldera dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da generale subsidenza fino al 2005, anno in cui è iniziato un periodo di sollevamento che è attualmente in atto.

Il recente sollevamento ha il massimo valore nella zona del Porto di Pozzuoli, con decrescita radiale verso i bordi della caldera.


La crisi bradisismica del 1970 -1972

Alla fine degli anni ’60 l’area di Pozzuoli era soggetta a subsidenza con una velocità media di 1,5 cm all’anno. Nuovi rilievi del 1970 mostrarono un sollevamento dell’intero abitato di Pozzuoli con il massimo valore lungo la costa ad est del Rione Terra.

Inoltre il Serapeo si era sollevato di circa 70 cm rispetto al 1968. Nella zona furono quindi istallati nuovi sismografi che registrarono piccoli terremoti con epicentro sul fondo del Golfo di Pozzuoli. Questi eventi fecero decidere l’evacuazione del fatiscente Rione Terra che non avrebbe resistito a eventuali scosse sismiche più forti e ad una accelerazione del sollevamento.

Nei primi mesi del 1970 vennero segnalate numerose lesioni in alcuni edifici del centro storico di Pozzuoli ed evidenze di sollevamento del suolo. Nel mese di marzo l’attività sismica si intensificò: il 26 marzo un forte terremoto fu avvertito dalla popolazione, senza però provocare danni.

Nei mesi successivi le stazioni sismiche continuarono a registrare sporadici eventi sismici localizzati nel Golfo di Pozzuoli, seppure di piccola intensità.

Il sollevamento continuò fino al 1972, e raggiunse un valore massimo di 170 cm rispetto al 1968.


La crisi bradisismica del 1982 -1984

Una nuova crisi bradisismica si verificò nell’estate del 1982 quando si evidenziò un sollevamento del suolo, seguito il 2 novembre da uno sciame sismico di 17 eventi in 2 ore localizzati poco a nord del porto di Pozzuoli ed avvertito dalla popolazione.

Da giugno a novembre 1982 il suolo al porto di Pozzuoli si sollevò di circa 15 cm. Nei mesi successivi la sismicità si mantenne di lieve entità fino al 15 maggio 1983 in cui si verificò un evento di magnitudo 3.4 localizzato nella conca di Agnano. Via via la sismicità diventò più intensa concentrandosi nell’area Solfatara-Accademia.

Il 4 ottobre 1983 si verificò l’evento di maggiore intensità (magnitudo 4) e il 13 ottobre si ebbe il primo sciame sismico di 229 eventi in poche ore. Dall’inizio della crisi fino alla fine del 1983 si registrarono oltre 5.000 eventi significativi.
Nel 1984 aumentarono il numero di terremoti di magnitudo più elevata fino all’evento di magnitudo 3.8 dell’8 dicembre. Poi la sismicità diminuì drasticamente fino a cessare del tutto nel 1985.

Durante il periodo di crisi furono eseguite livellazioni geodetiche di precisione con periodicità trimestrale. Tali misure evidenziarono che il massimo sollevamento si ebbe nell’area di Pozzuoli.

Nei due anni e mezzo intercorsi dall’estate del 1982 fino a tutto il 1984 si ebbe un sollevamento dell’area del porto di Pozzuoli di circa 185 cm che, unito al sollevamento di circa 170 cm del 1970-72, portò ad un sollevamento totale di circa 3.55 m.

Cosa visitare in zona: l’Anfiteatro Flavio e Cuma

In zona è possibile visitare l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli che, per dimensioni, è considerato il terzo al mondo tra le arene costruite dagli antichi romani. Nelle prime due posizioni, si trovano il Colosseo di Roma e l’anfiteatro di Capua (sempre in Campania, come Pozzuoli, ma in provincia di Caserta).

Sempre nella stessa area, all’interno del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, di notevole fascino e interesse sono anche gli scavi e il Parco archeologico di Cuma in cui è presente, tra l’altro, il leggendario Antro della Sibilla Cumana.

Nella stessa area ricadente nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei, troviamo anche Baia, con il Museo archeologico, il parco monumentale e Baia Sommersa; Bacoli, con le ‘cento camerelle’, la Tomba di Agrippina e, di epoca borbonica, la Casina Vanvitelliana; Miseno, Liternum

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