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L’Area marina protetta di Santa Maria di Castellabate (Salerno) – Cilento

by jp4aati9

La bellezza che incanta: tra leggende, un paesaggio meraviglioso, acque limpide, reperti archeologici e specie naturali da preservare.

Licosa, l’isola del mito, rappresenta il sito naturale più caratteristico del territorio.
Nelle sue acque sono visibili i resti sommersi dell’omonima città greco-romana, specialmente quelli di una villa romana e di una vasca per l’allevamento delle murene (risalente ad un periodo che va dal I secolo a.C. al I secolo d.C.).

Sull’isola sono stati rinvenuti diversi reperti di epoca greco-romana.
Secondo alcuni autori antichi il nome di Licosa deriva dalla sirena Leucosia, che qui abitò e qui fu sepolta dopo che si gettò in mare. Anche Omero, nell’Odissea, accenna all’isola delle sirene dal canto ammaliatore, beffate da Ulisse e dal suo equipaggio.

Altri autori sostengono che il nome Licosa sia dovuto ad una cugina o una nipote di Enea sepolta sull’isoletta (“Leucosia insula dicta est a consobrina Aeneae ibi sepulta”).
L’Isola ospita l’habitat naturale di un particolare tipo di lucertola endemica dalla livrea verde e azzurra: la Podarcis sicula klemmeri.

Di passaggio il Gabbiano corso (Larus audouinii), una specie endemica dell’area del Mediterraneo.

Il Flysch del Cilento

Il territorio di Castellabate, soprattutto nella zona costiera di Licosa ed Ogliastro Marina, è caratterizzato dalla presenza del Flysch del Cilento, una rarissima tipologia di roccia composta da diverse stratificazioni (costituite tipicamente da alternanze cicliche di livelli di arenaria, di argilla o marna, di calcare) che assumono colori davvero molto particolari e caratteristici.

La sua origine è antichissima. Risale infatti all’epoca preistorica e si è formata grazie all’azione dell’erosione delle montagne in formazione che sono emerse dal mare, i cui detriti sono finiti poi nelle adiacenze dei bacini marini. Le rocce, ben visibili in superficie a ridosso delle coste immerse nella macchia mediterranea, degradano lentamente nel mare, estendendosi anche per oltre cinque miglia verso il largo.

Questa particolare conformazione rocciosa sedimentaria, nei fondali, è formata da numerosissime cavità e spaccature che vengono utilizzate come rifugio da numerose specie di fauna e flora marina come Posidonie Oceaniche, alcionacei, cernie, saraghi, murene e aragoste.

Nelle acque di San Marco affiorano i resti di un approdo greco-romano in prossimità della struttura portuale moderna, costruita nel 1954. Il primo nucleo abitativo del paese si è costituito proprio intorno a questa struttura.

Il porto di San Marco, identificata con l’antica città romana di Erculea, veniva considerato il principale scalo di approvvigionamento per le imbarcazioni dirette al porto di Miseno nonché base militare o sito di appoggio per la flotta imperiale.

Flora e Fauna

Il territorio presenta una ricchezza floristica e faunistica non indifferente: sono presenti, infatti, alcune specie animali e vegetali uniche al mondo e perciò soggette a particolari forme di tutela.

Nei fondali marini si incontrano il corallino e praterie estese di Posidonia Oceanica, nel cui interno si proteggono e si cibano numerose specie di pesci e crostacei, alcune anche molto rare come quella del Pesce pappagallo mediterraneo e della Siriella Castellabatensis ma anche bellissime madrepore, gorgonie, briozoi e spugne.

Spesso nella Baia Arena di Ogliastro Marina si assiste anche alla deposizione di numerose uova di tartaruga Caretta Caretta. Tipica del luogo è la rossa di Licosa, come la chiamano i pescatori locali, una triglia di scoglio che vive nello specchio d’acqua tra Ogliastro Marina e Punta Licosa.

La triglia rossa, recentemente inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), ha proprio qui il suo ambiente favorevole da cui derivano le qualità dal sapore unico.

Nei territori che non costeggiano il mare prevalgono gli alberi simbolo del Cilento: l’ulivo e il fico. E poi il giglio di mare (il Pancratium maritimum), un fiore selvatico che cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi.

Fonte: http://www.cilentoediano.it/it/santa-maria-castellabate-0

Come arrivare a Santa Maria di Castellabate

In auto
da nord conviene percorrere la Roma-Caserta e utilizzare lo svincolo per la Salerno-Reggio Calabria. All’uscita di Battipaglia, o Eboli, proseguire per la statale ss18 fino ad Agropoli (sud), dove si esce in direzione Santa Maria di Castellabate.

In autobus
da Napoli (pochissime corse) o da Salerno ORARI

In treno
la stazione da utilizzare è quella di Agropoli-Castellabate. Il centro abitato di S. Maria di Castellabate si trova a una distanza di circa 13 km, passando per ss267. Alla stazione si possono trovare servizi di transfer e noleggi. Sono attivi anche servizi pubblici. ORARI

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