Ha riaperto l’11 novembre 2022 ai visitatori, dopo il restauro, il tempio gotico e rinascimentale del centro antico: si tratta della Chiesa di San Giovanni a Carbonara. I lavori, dopo l’approvazione del progetto da parte della soprintendenza nel 2019, hanno avuto inizio nel marzo 2021 per concludersi nei tempi previsti.
L’intervento su facciata, scalone e tre cappelle, appena concluso, faceva parte del programma dei 15 in carico al Provveditorato delle Opere pubbliche approvato dal Mibact di concerto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Si è tratta di un intervento di restauro integrale nella Cappella Castropignano; nella Cappella Caracciolo di Vico e nella Cappella dei Somma, offerta dall’impresa Brigante, è stata invece installata l’illuminazione artistica. La stessa ditta ha curato anche la pulitura dell’altare Miroballo e l’illuminazione esterna.
La chiesa si trova nell’omonima strada del centro storico di Napoli: via San Giovanni a Carbonara.
(Fonte foto e testi: www.comune.napoli.it)
La Chiesa di San Giovanni a Carbonara
Le origini della sua edificazione risalgono al 1339 ma in realtà la chiesa fu completata nel 1343 insieme al contiguo convento agostiniano con il supporto delle donazioni del patrizio napoletano Gualtiero Galeota.
All’inizio del Quattrocento, con il re Ladislao, fu ampliata e fu aggiunto un nuovo chiostro; successivamente, durante il periodo rinascimentale, la Chiesa di San Giovanni a Carbonara divenne un vero e proprio punto di riferimento per grandi uomini di cultura tra cui Jacopo Sannazaro, Chariteo e Giovanni Pontano.
Fu poi Ferdinando Sanfelice, nel Settecento, a ridisegnare lo scalone monumentale principale, eliminando il dislivello preesistente con la strada e consentendo così di avere un unico ingresso.
Statue e opere di grande valore al suo interno
All’interno della Chiesa di San Giovanni a Carbonara sono presenti opere di grande valore artistico-culturale: dalle statue di Annibale Caccavello, al monumento funebre dedicato a re Ladislao, a una tavola della Crocefissione del Vasari, oltre opere di tanti altri autori, noti e meno noti.
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