Edificato nel I sec. a.C. sui resti di abitazioni sannitiche, l’anfiteatro di Avella (in provincia di Avellino) è oggi l’unico sito visitabile all’interno dell’area archeologica dell’antica Abella, città osca che divenne prima etrusca, poi sannita e, dal 399 a.C., romana.
L’antica Abella, citata da Plinio, Virgilio e Catone, era nota per le fiorenti coltivazioni di nocciole (la c.d. nux abellana) e oggi “Corylus Avellana” è il nome scientifico attribuito al nocciòlo comune.
“Corylus” è il nocciòlo di cui parla Virgilio nelle Georgiche; nei Saturnalia, lo scrittore latino Macrobio scriveva infatti:
‘Nux haec Abellana, quae est eadem, ex arbore est quae dicitur corylus, de qua Virgilius dicit: Corylum sere’.
È questa la noce avellana, proprio quella raccolta dall’albero cosiddetto corylus, chiamato così anche da Virgilio nelle Georgiche.
L’area archeologica si trova a circa 300 m a Est dell’abitato moderno di Avella; per dimensioni, l’anfiteatro è rapportabile all’anfiteatro di Pompei.
Di esso oggi sono visibili le originarie strutture in opus reticolatum e la parte centrale ed inferiore della cava con sedili in tufo; la parte superiore non è più conservata. In corrispondenza del lato sud-orientale, il teatro si appoggia in parte alle mura della città (II sec. a.C.), di cui è ancora visibile la cortina interna in opus incertum.
Indirizzo
via dell’Anfiteatro – Avella (Avellino)
Orari e ingresso
L’anfiteatro è aperto il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.30; negli altri giorni è visitabile su richiesta prenotando ai nn. 081/8259320; 320/9479173; 380/4309703